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Fare pet-therapy con un asino

Fare pet-therapy con un asino

Fare pet-therapy con un asino

Fare pet-therapy con un asino è come guardarsi allo specchio: mette in luce le nostre fragilità e le nostre debolezze

 

Fare pet-therapy con un asino

L’associazione “Le Vie degli Asini” si occupa di attività di mediazione con questi straordinari animali. Tutto è cominciato con l’asinella Lucy.Santorum: ”L’asino è un predato. Si deve quindi continuamente lavorare per costruire un rapporto di fiducia mettendo in gioco risorse e capacità. Nel momento in cui ti conquisti la fiducia del cane, ce l’hai per sempre. Per l’asino, invece, non è così: è sempre sul tuo stesso livello”.

RIVA DEL GARDA. “L’asino è un animale curioso, disponibile, socievole, non ama stare solo ma cerca sempre compagnia. Non è necessario domarlo, ma richiede una continua contrattazione del rapporto che si va costruendo, inducendo l’altro a guardarsi e guardare fuori di sé. Ha una pazienza illimitata ma è necessaria la costruzione di un rapporto di fiducia. È accogliente, empatico, caldo. L’asino, quindi, è un sollecitatore di relazioni, ci chiama in causa”.

 

Terapie dell’affettività

Manola Santorum coordina il progetto legato all’Associazione “Le Via degli Asini” che si occupa di promozione sociale, dal 2015. E lo fa (soprattutto) con gli asini. L’attività di mediazione con l’asino (Ama) è una pratica che prevede un complesso di tecniche di educazione e rieducazione alla relazione, mirato ad ottenere l’integrazione di un disagio psichico, cognitivo, affettivo, relazionale, comportamentale e sociale.

Le terapie con gli animali sono terapie dell’affettività. Obiettivo: riacquistare fiducia nella propria capacità esprimere emozioni, comunicare sentimenti, instaurare rapporti. La presenza dell’asino con le sue caratteristiche etologiche, fisiche, comportamentali e simboliche rappresenta potenzialmente un facilitatore alla relazione, un co-terapeuta.

“Al momento – spiega Santorum, psicologa e psicoterapeuta – operiamo solo con asini e cavalli, ma abbiamo in progetto di inserire altri animali“.

“Abbiamo dieci asini e una cavalla. Siamo circondati, poi, da altri animali da fattoria (caprette, maialini, porcellini d’India). La nostra associazione si appoggia ad un’azienda agricola”.

 

Perchè l’asino

La storia di Manola Santorum parte da un’asinella, Lucy, che la psicologa rivana aveva adottato come animale da compagnia. “Ho fatto poi un corso di formazione e siamo partiti. L’asino è una continua conferma: socievole, curioso, empatico. L’asino è un predato. Si deve quindi continuamente lavorare per costruire un rapporto di fiducia mettendo in gioco risorse e capacità. Nel momento in cui ti conquisti la fiducia del cane, ce l’hai per sempre. Per l’asino, invece, non è così: è sempre sul tuo stesso livello. È pacato, tranquillo, permette di svolgere attività anche in groppa. Anche di fronte a stimoli negativi non agisce di impulso (come fa il cavallo) ma si blocca. Anche quando l’interazione non è corretta – penso, ad esempio, al caso di un bambino aggressivo -, l’asino si ferma e il bambino deve così trovare un’altra strategia per risolvere e risolversi”.

 

Relazionarsi con l’asino, insomma, mette in luce le nostre difficoltà

Gli interventi assistiti con gli animali si rivolgono ad utenti con disabilità e varie problematiche (sociali, cognitive), ma non solo. Ciascuno, infatti, attraverso la relazione con gli asini, può comprendere il modo in cui si relaziona agli altri. Relazionarsi con l’asino, insomma, mette in luce le nostre difficoltà, o le nostre abilità, nel rapportarci all’altro. “Se io voglio gestire un asino invadente ma non riesco a gestirlo con il mio corpo, dovrò lavorare su questo. Oppure, dovrò lavorare sul mio senso di frustrazione se è questo che provo quando l’asino non si muove. L’asino fa emergere degli stimoli su cui lavorare. Una cosa che mi piace tantissimo è utilizzare il branco. Lì tutto diventa più immediato. Stimola il linguaggio non verbale. Si lavora anche in famiglia e in gruppo. Emergono così dinamiche particolari: quello che resta indietro, quello che emerge. Le stesse dinamiche che emergono nel gruppo dove, ovviamente, vigono gerarchie e regole. Il branco, insomma, è uno specchio. Lavorare sulla dinamica di branco per lavorare su di sé”.

 

Recuperare un rapporto

“Un’esperienza che mi ha particolarmente colpita – racconta Manola Santorum – è questa. Un giorno, ero in passeggiata con un’asina tenuta dal padre di una ragazzina. Padre e figlia mi avevano chiesto di lavorare sul recupero del loro rapporto. Erano in conflitto da molto tempo. Ad un certo punto l’asina si è bloccata. La ragazzina che, fino a quel momento, non aveva ancora instaurato un dialogo con il padre, ha iniziato a parlargli. Ha iniziato a spiegargli come sbloccare l’asina. Parlando dell’asina, in realtà, parlava di sé“.

“Se io avessi fatto questo in uno studio – continua Santorum – non sarebbe successo. L’asino, infatti, abbassa il livello di aggressività. Se in studio padre e figlia avessero parlato della loro relazione e si fossero limitati alla comunicazione verbale, probabilmente ne sarebbe nato un conflitto. La presenza di un terzo elemento, l’asino, che utilizza un altro tipo di linguaggio, sposta la referenza sul canale non verbale e, quindi, facilita la comunicazione. Inoltre l’asino, avendo un tempo di reattività molto elevato rispetto ad altri animali, concede molto spazio all’elaborazione, molto spazio per metterci, poi, le parole”.

 

L’associazione ha all’attivo diverse collaborazioni con altri enti nazionali. “Vorremmo occuparci anche di formazione: abbiamo alcuni eventi in programma. Siamo associati alla Rete Italiana Iaa di Roma che si occupa di raccogliere e coordinare tutte le realtà che operano sul territorio nazionale”.

L’equipe di lavoro è formata da psicoterapeuti, terapeuti della psicomotricità, educatori, psichiatri, secondo quanto stabilito dalle linee guida nazionali.

“Quello che stiamo facendo in questo momento – conclude Manola Santorum – è ampliare la rete sul territorio. Eravamo solo tre persone ma, ora, siamo in contatto con diverse realtà per fare rete”.

 

Sabato 5 e domenica 6 ottobre in programma l’evento “Asini d’autunno”: due giorni dedicati agli asini. L’associazione accompagnerà gli ospiti in diverse esperienze: cura e accudimento dell’animale, contatto con il branco all’interno del recinto, utilizzo del corpo nello spazio, esperienza di monta, laboratorio didattico a tema asino e tanto altro.

 

di Arianna Viesi (3 ottobre 2019 – Il Dolomiti)

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